La traversata al Rifugio Larcher al Cevedale è una escursioni maggiormente praticate dagli escursionisti perchè offre un tratto di ghiacciaio ideale anche per gli alpinisti alle prime armi su questa tipologia di terreno.
Piacevole escursione, attraverso verdi prati e giocosi ruscelli, che porta al romanticissimo baito di Campisolo Alto di fronte al quale stagna un grazioso laghetto, luogo di piacevoli e riposanti soste.
Il laghetto della Valletta è un suggestivo specchio d'acqua che si affaccia sulla Val di Rabbi, tanto facile da raggiungere quanto panoramico è il paesaggio che offre dalla sua sponda meridionale!
E' un'attraversata classica, con circa 500 mt di dislivello in salita e altrettanti in discesa. Dalla Cima Collecchio (2957 mt), al confine fra il Trentino e il Sudtirolo, il panorama è spettacolare e, se si parte di buon mattino, è facile avvistare qualche camoscio.
Un facile e suggestivo percorso è il giro dei laghi Sternai. L’itinerario naturalistico - che mette in luce particolarità geologiche, morfologiche, paesaggistiche e floristiche - è adatto anche a bambini e ragazzi più giovani pronti conoscere qualcosa di nuovo sul ambiente che li circondano.
La traversata al Rifugio Canziani in Val d'Ultimo è una delle proposte più gettonate dagli escursionisti. Il percorso, facile ed adatto anche ai più giovani, spazia tra coste rocciose e prati verdi ricchi di ruscelli e pascoli erbosi.
Un possibile itinerario è quello che porta l'escursionista in Val Martello, suggestiva valle altoatesina facilmente raggiungibile dal Rifugio Dorigoni.
Dal rifugio seguire il sentiero 113 fino al Passo Termen de Val, dove potrete trovare un cippo che in epoca napoleonica indicava il confine tra Regno di Baviera ed Regno di Italia.
Il Sentiero Aldo Bonacossa, segnavia numero 133 del CAI, attraversa per intero il versante meridionale della Catena delle Maddalene, partendo dal Passo Palade ed arrivando fino a Penasa di Rabbi.
Seguendo la strada sterrata sopra il rifugio, si raggiunge (15 min) il bivio con il sentiero 530 e proseguendo a destra oltrepassando un crocifisso di legno si attraversa la conca prativa
Il Catinaccio d'Antermoia è la cima più alta del gruppo e spicca per la sua mole massiccia. Dalla sua sommità si ammirano panorami mozzafiato, ma anche ambienti lunari e poco frequentati che si estendono per vallate ed altopiani.
Altro itinerario da non perdere è il Giro delle Cigolade (ore 3,30, sentiero numero 541), con cui si può giungere al Gardeccia e da qui nuovamente al Ciampedie.
Percorso molto frequentato che venne costruito per raggiungere dal rifugio A. Fronza alle Coronelle la conca del “Gartl”, punto di partenza per le scalate alle Torri del Vajolet.
La salita che dalla valle del Gardeccia porta alla conca del Gartl ed al rifugio Re Alberto I è una gita che lascia tutti a bocca aperta grazie ai panorami ravvicinati delle crode e di alcune delle montagne più conosciute del comprensorio del Catinaccio e di tutte le Dolomiti.
Il giro che vi proponiamo, ripercorre in parte il sentiero utilizzato dai vecchi pastori che accompagnavano il gregge alla ricerca di erba nuova su sentieri non particolarmente impegnativi.
L'escursione descritta ci offre la possibilità di toccare con mano le pareti verticali che sono state teatro di grandi imprese alpinistiche ed ammirare un panorama mozzafiato percorrendo un comodo sentiero.
Per chi è arrivato al rifugio e vuole arricchirsi di nuovi e spettacolari panorami può proseguire con un ora di cammino fino alla Forcella dei Campanili.
Il sentiero più facile, alla portata anche dei meno esperti, è il numero 540, che in circa 40 minuti di passeggiata in mezzo al bosco conduce nella conca del Gardeccia.
Si raccomanda inoltre il sentiero numero 545, che in poco più di un’ora e mezza porta al rifugio Roda di Vael, da cui si può poi proseguire verso il Paolina.
“Il sentiero delle leggende” Ciampedie – Ciampedie – Pian Pecei - Gardeccia è un itinerario unico, perché le sei leggende che si trovano lungo il percorso parlano dei luoghi che si attraversano: Ciampedie, Mugoni, Catinaccio, Laghetto d’Antermoia, Dirupi di Larséc.
Partendo dal rifugio per il sentiero 541, passando sotto le pareti strapiombanti dei Mugoni, raggiungiamo il Passo delle Cigolade (mt. 2579) in ca. 1h e 15 min.
Partendo dal rifugio per il sentiero 541, passando sotto le pareti strapiombanti dei Mugoni, raggiungiamo il Passo delle Cigolade (mt. 2579) in ca. 1h e 15 min.
Partendo dal rifugio per il sentiero 541, passando sotto le pareti strapiombanti dei Mugoni, raggiungiamo il Passo delle Cigolade (mt. 2579) in ca. 1h e 15 min.
Oltre alle escursioni già proposte, vogliamo farvi conoscere attraverso il Passo delle Coronelle, il versante altoatesino del Catinaccio (Rosengarten).
Itinerario che si svolge in ambiente aperto e panoramico, l'Alta Via Bruno Federspiel (n. 616) segue il filo di cresta tra Val di San Pellegrino e Val dei Monzoni.
Partendo dal Passo delle Selle, il Sentiero Gino Badia (N. 640) permette di raggiungere la verde Val S. Nicolò, attraversando la splendida conca del Lagusèl, un laghetto dal caratteristico colore verde-azzurro, seminascosto in una valletta circondata da pini cimbri e ontani.
Salendo da Canazei al Passo di Sella, poco dopo il bivio con la diramazione per il Passo Pordoi, si apre a lato della strada un'incantevole radura dove sorgono lo storico Rifugio Monti Pallidi e il Rifugio Schiavanéis.
Raggiunto il Rifugio Contrin (m 2.016) da Dèlba (ore 1.30 – vedi percorso 2/u) si va verso la Malga Contrin a monte del rifugio attraverso i vasti pascoli alla base dell’imponente mole della Cima di Ombretta.
Proseguendo in piano sul sentiero 601 e fatto sosta al Rif. Viel dal Pan potete raggiungere il lago Fedaia ponendo attenzione all' ultima discesa piuttosto ripida.
Descrizione del percorso nella direzione Trieste-Monaco:
Lasciato il Rif. Antermoia, si attraversa il ruscello dirigendosi a sinistra verso il lago omonimo, di un bel colore grigio e blu, dove secondo alcune leggende locali tenevano i loro incontri le streghe della Val di Fassa.
Bell'itinerario di traversata da sud a nord che collega la Val San Pellegrino con Canazei. Con le auto raggiungiamo Fuchiade (m.1980), gruppo di fienili a circa 3 km. dal Passo.
Dal rifugio scendere verso il bivio Sella- Pordoi, (al bivio della statale targa a ricordo delle imprese ciclistiche di Fausto Coppi), quindi a sinistra seguire il sentiero che porta al Pecol.
Dal rif. Belvedere scendere per i prati fino all' Hotel Pordoi e con 100 metri di strada asfaltata si arriva alla Casa Cantoniera rossa, fra questa e il magnifico laghetto si imbocca il sentiero (vicino alla baracca in legno) che porta al Rif. Monti Pallidi.
Da Canazei alta presso la piazzetta della chiesa di S. Floriano salire, superata l' antica segheria e il ponte seguire il tracciato lungo il rio Antermont sentiero 647.
Dal rifugio Monti Pallidi seguendo la statale per circa 400mt, alla sbarra che chiude la strada bianca imboccarla, seguendo il sentiero e il ruscello alla fine della valle questo forma delle stupende cascate d' acqua.
Descrizione del percorso nella direzione Trieste-Monaco:
Dal Passo Pordoi si segue il sentiero 601 (Alta Via n. 2) in direzione sud lungo il versante orientale del Sas Becè, su comodo e largo sentiero che sale sino al rif. Fredarola.
Descrizione del percorso nella direzione Trieste-Monaco:
Dal rif. Contrin si sale lungo il comodo sentiero 648 sino al Passo San Nicolò e l’omonimo rifugio. Da qui si segue la cresta erbosa in direzione nord-ovest (segnavia 613), valicando il costone del Varos e scendendo ad una sella prativa.
Dal Rifugio Contrin: da Alba di Canazei (parcheggio Funivia Ciampac) con il segnavia 602, attraversando la Val Contrin, al Rifugio Contrin (2061m) nel quale vista la lunghezza del percorso è consigliabile il pernottamento.
Dal Rif. Pian dei Fiacconi: Da Caprile o da Canazei a Passo Fedaia e quindi con bidonvia (o segnavia 606 - 1 ora) al Pian dei Fiacconi e all’omonimo Rifugio.
Dal rifugio si segue il sentiero n. 206 che risale le morene e quindi si percorre un breve tratto della Vedretta della Presanella fino a poco prima del passo Cercen (3022m.);
Dal rifugio ci si porta sulla morena terminale della Vedretta della Presanella, si scende sul ghiacciaio risalendo verso sinistra e puntando all'intaglio fra la base della cresta nord-est e la Cima d'Amola.
Periodo consigliato: evitare i periodi e le giornate calde causa forte pericolo di caduta sassi (dalla seconda metà di luglio in poi; chiedere al gestore)
Partendo dalla Base della Telecabina Pradalago posizionata a Madonna di Campiglio Nord in zona centrale del paese, arrivati in cima alla Telecabina uscire e svoltare subito a sinistra prendere il sentiero Bozzeto...
Salita-discesa dal p.so Quattro Cantoni
Periodo consigliato: sempre praticabile (chiedere al gestore eventuali notizie) Materiale: attrezzatura alpinistica di alta montagna.
Partendo dalla Base della Telecabina Pradalago posizionata a Madonna di Campiglio Nord in zona centrale del paese, arrivati in cima alla Telecabina prendere il sentiero 265 in direzione del Rifugio Viviani, superarlo e proseguire diritti in circa 1 ora si arriva al Rifugio Lago Malghette, dopodiché prendere il sentiero 201 per il Passo Campo Carlo magno dove si arriverà in circa 1 ora, proseguire per altri 30 minuti fino alla telecabina.
Partendo dalla Cascina Zeledria salire per il sentiero 265 fino al Rifugio Viviani in circa 1 ora dopodiché proseguire fino al Rifugio Lago Malghette in 1 ora. Dal rifugio Malghette prendere il sentiero 201 verso Passo Campo Carlo Magno, dopo circa 40 minuti vi sarà un bivio segnalato con direzione destra si ritorna alla Cascina Zeledria, a Sinistra si va a Campo Carlo Magno.
Partendo dal Passo Campo Carlo Magno nei pressi della strada per il Palù della Fava (Dietro L’Hotel Maribel, 200 metri dopo il passo direzione Dimaro ) prendre il sentiero 201 ed in 1 ora si arriva al Rifugio Lago Malghette, proseguire per 1 Kilometro per il sentiero 267 direzione Rifugio Orso Bruno, al bivio proseguire diritti fino al Lago Alto
Partendo dalla Malga di Dimaro dove si può arrivare in Macchina prendere il sentiero 265 in circa 1 ora si arriva al Rifugio Lago Malghette, ritorno dallo stesso sentiero, in caso si può allungare di 1 ora dalla malga e si arriva a Folgarida.
Prendendo la Telecabina di Folgarida arrivati in cima proseguire sulla strada bianca verso il Rifugio Orso Bruno in circa 40 minuti, proseguire dal sentiero 201 in altri 40 minuti fino al rifugio Lago Malghette, ritorno dalla stessa strada oppure dalla Malga di Dimaro sentiero 265 fino a Folgarida Alta, in questo caso il tempo di percorrenza sara di circa 2 ore e 30 minuti.
Il sentiero delle Palete n. 306 che, dal Passo del Grostè porta al Passo della Nana, è un lungo itinerario di grande interesse ed è attrezzato con gradini e corde metalliche nel tratto che porta al Passo delle Palete.
Da Madonna di Campiglio raggiungere la vicina località Vallesinella (5km) tramite strada stretta ma asfaltata fino ad un grande parcheggio, di solito a pagamento, dove si trova anche l'omonimo rifugio Vallesinella.
Il famoso sentiero attrezzato SOSAT collega il rifugio Tuckett al rifugio Brentei od eventualmente al rifugio Alimonta, da ciò ne deriva che esso può essere percorso indifferentemente in entrambi i sensi.
Dal Rif. Pedrotti si sale fino alla chiesetta, lasciata questa sulla sinistra si prosegue con lo stesso sentiero che porta anche alla Cima Tosa (n.358)
Da Madonna di Campiglio raggiungere la vicina località Vallesinella (5km) tramite strada stretta ma asfaltata fino ad un grande parcheggio,di solito a pagamento,dove si trova anche l'omonimo rifugio Vallesinella.
Normalmente vengono percorse le più semplici e dirette traversate: dal Lago di Tovel alla Malga Spora per il Passo della Gaiarda, oppure Passo del Grostè al Lago di Tovel senza transitare dal Passo del Termoncello.
Lasciato il Rifugio si scende lungo la carrareccia, poi obliquamente a destra si sale lungo il sentiero 336 che porta prima alla sorgente e poi agli "Orti della Regina".
Si segua il sentiero 223 fino a quota 1970 a Pian di Redònt o Circolo di Redònt. Attraversato il ponticello sul torrente Arnò si scende al rifugio in destra orografica del torrente lungo il “Sentiero delle Taiade”.
Dal Circolo di Redònt si segua il sentiero 223A fino a superare la prima balza della Val del Vescovo. A quota 2170m si intercetta il sentiero 223. Lo si segua compiendo un’inversione a U fino a quota 2200m ad una baita (costruita da un privato sui ruderi dello scambio delle teleferiche durante la Grande Guerra). 50m più in alto, seguendo la segnaletica per Passo delle Marmotte si giunge ad un enorme e lunga trincea che domina tutta la Val del Vescovo. Per la discesa si segua il sentiero 223 fino a Redònt, imboccando poi il sopracitato “sentiero delle Taiade” per concludere ad anello il percorso fino al Rifugio.
Da Redònt lungo il sentiero 223A, si risale interamente la Val del Vescovo, proseguendo a quota m. 2170 sul sentiero 223. Il sentiero, dal piccolo ghiacciaio a quota m.2400, risale il versante sud della stretta valle fino alla vista dei “Creper” (catena frastagliata di guglie aguzze che incornicia la testata della val Breguzzo). Prosegue ora obliquando verso ovest fino alle Porte di Danerba m.1735. Le Porte di Danera, ampio valico per l’accesso a val di Danerba che scende in val Daone, conserva due enormi trincee ai suoi lati, testimonianza delle massicce opere di difesa del valico, durante la Grande Guerra. Seguendo ora il sentiero di arroccamento verso nord-ovest quasi interamente ben conservato, si giunge in circa 20 minuti alla grande piazzola a quota m.2850 dove giacciono l’enorme affusto del cannone Mod. 1880 calibro 120, e l’affusto del più modesto cannone calibro 75.
Da Redònt piegando a destra si risale la ripida dorsale lungo il sentiero 261 fino a quota 2200 mt in prossimità di un bivio. Ora si segua a sinistra il sentiero 261A, che alterna tratti ripidi a tratti con poca pendenza e porta ad un successivo bivio, a quota 2300 mt che indica verso nord il sentiero di accesso alla Bocca del Cop di Casa, ampio valico per val di S. Valentino. Si prosegua verso ovest in direzione Cop di Breguzzo fino a raggiungere a quota 2800 mt, l’ultimo bivio che conduce verso ovest al Passo Breguzzo e al Ponte di Danerba. Abbandonando ora il sentiero 261A, si piega verso nord camminando sui resti del sentiero militare della Grande Guerra (segnavia bianco-rossi) fino alla Bocchetta dei Cacciatori mt 2900. La Bocchetta dei Cacciatori, angusta forcella alla base della cresta nord del Cop di Breguzzo, oltre ad essere un ardito valico verso la val di Fumo, si presenta come un’eccezionale finestra sulla val di Fumo in tutto il suo sviluppo e la corona dei massicci Carè Alto, Corno di Cavento, Passo delle Levade, Cresta Croce, Dosson di Genova, Adamello e Corno Bianco. Degna di nota alla Bocchetta di Cacciatori la postazione di fucileria interamente rivestita in legno. Raggiungibile scendendo il sentierino militare per 10 mt (fronte alla val di Breguzzo) e percorrendo verso nord una minuta cengia. La salita alla cima del Cop, richiede una discreta conoscenza delle tecniche alpinistiche in quanto la cresta nord implica il superamento di passaggi di 2° grado. Per il completamento del percorso ad anello, è possibile la traversata alle Porte di Danerba allungando l’escursione di ore 1.30 percorrendo in discesa la val del Vescovo. Giungendo a Redònt, ora in destra orografica del torrente, si consiglia di terminare l’itinerario di discesa su quella sponda, lungo il sentiero delle “Taiade”.
Sentiero 223 fino a Redònt, dove piegando a destra si risale il sentiero 261 fino a Bocca della Cunella mt 2550 giungendo quindi al Bivacco Cunella mt 2200. Ora si prenda verso destra il sentiero 225, passando successivamente il bivio per val S. Valentino mantenendosi sul sentiero 225. Si superano in due saliscendi altrettante forcelle compiendo un ulteriore dislivello di mt 450 giungendo infine alla Bocchetta di Laghisol (chiara segnaletica verticale con tabelle indicative). Si abbandoni ora il sentiero 225 scendendo verso il lago Laghisol lungo il sentiero 260. Ad un successivo bivio a quota 1800 mt, piegare ancora a destra per il Rifugio Trivena.
» Gruppo Pale di San Martino - Vette Feltrine - Cimonega
Il Trekking del Cristo Pensante nasce nel giugno del 2009 con la posa della Statua del Cristo Pensante e della Croce sulla piccola cima del Monte Castellazzo a Passo Rolle.
Dalla Capanna Cervino si scende verso la Malga Juribello. Da qui, si snodano due sentieri; il primo a sx arriva fino a Pian dei Casoni (malga Venegia) mentre il secondo a dx porta alla malga Venegiota, situata già nel cuore della Val Venegia.
Dalla Capanna Cervino si scende verso il Passo Rolle; raggiunta la Malga Rolle, si imbocca il comodo sentiero n.14-348 che in 45 minuti ci porta ai Laghi di Colbricon, grazie ad un percoso pianeggiante.
Dalla Capanna Cervino si raggiunge la Baita Segantini. Da qui, il sentiero sterrato 721/27 scende verso il Pian della Vezzana. Si prende poi il sentiero 710 che indica il Rifugio Mulaz.
Sentiero Geologico Passo Valles-Forcella Veneggia -Malga Veneggia- Pian della Vezzana – Passo Valles
Interessante per gli appassionati di geologia, abbiamo in loco la guida con foto varie
Rifugio Barricata - Colle Lagosin (strada degli Alpini) - Roccolo Cattagno - Monte Frate - Bivio piazza delle Saline - Grotta del Lago (Selletta del Caviglia) - Monte Forno - Bivio Italia - Busa del Cavallo - Baita Cuvolin - Bivio Baito Campigoletti - Monte Ortigara - ritorno a ritroso A tratti percorso con bicicletta in spalla
Dal centro di Enego si prende la strada in direzione Nord-Ovest che porta alla Chiesa di Frizzon. il sentiero segue per buona parte il confine tra Veneto e Trentino dove sono ancora presenti le pietre confinarie dell'anno 1752 che delimitavano il territorio tra l'Impero Asburgico e la Repubblica di Venezia...
Il Monte Zebio, luogo protagonista della Prima Guerra Mondiale, è oggi uno dei luoghi che testimoniano il triste destino di molti uomini che combatterono per la propria Patria.
In Val Orsera, a circa 40 minuti a piedi dal rifugio, esiste una palestra di roccia in parte attrezzata. Diverse difficoltà dal facile all’impegnativo. Durante l’estate 2006 è stata effettuata la chiodatura con spit di tutta l’area della palestra denominata Placche del Ticodromo. Per chi ama l’arrampicata classica sono percorribili diverse vie di roccia di più tiri che portano ai sovrastanti torrioni di Cima Trento, Cima Brunella e limitrofe.
Dal Rifugio Caldenave, per il sentiero 360, in un’ora circa di facile cammino si sale ai laghetti della Val dell’Inferno: luogo incantevole ed incantato, abitato da elfi, fate e una gran moltitudine di principi trasformati in tritoni alpini. Si può ritornare al rifugio per la via di salita, oppure risalire fino al Lago Nassere, passando per il Baito dei Lastei, per poi scendere a Malga Nassere per il sentiero Nomadi e ritornare al rifugio, oppure scendere direttamente al parcheggio di Tedon. Escursione piacevole e poco impegnativa. 3 ore circa di cammino partendo dal rifugio. Adatta a tutti.
Dal Rifugio Caldenave si sale a Forcella Ravetta (2.219 mt.) per il sentiero 332 che percorre la stupenda valle omonima (un'ora circa). Da qui, in quota, lungo il panoramico sentiero 332 si raggiunge il Forzelon di Rava (2.397 mt/45 minuti) e si prosegue fino al Passo del Tombolin (366 bis/ 20 minuti circa). Qui inizia la spettacolare “Cresta del Frate” che lungo cenge e camminamenti scavati nel granito arriva alla caratteristica Cima del Frate per poi proseguire, sempre lungo il 366 bis, fino a Forcella Fierollo (mt. 2.246/2 ore circa).
Da Forcella Fierollo si prosegue per il sentiero 366 fino a Malga Rava di Sopra (Bivacco, 2.030 mt.) per poi scendere lungo il sentiero 365 in direzione ovest, fino ad intersecare il sentiero 332 che risale a Forcella Ravetta (2 ore circa). Da qui in quaranta minuti scarsi si ritorna al Rifugio Caldenave. Intera giornata.
Da Rifugio Barricata, si segue la strada degli alpini, dirigendosi verso Malga Buson. La prima torbiera è ubicata al margine nord occidentale della piana, a monte dell'Albergo Marcésina, e rappresenta il relitto di uno specchio lacustre formatosi in corrispondenza di una soglia rocciosa dove sorge la chiesetta di S. Lorenzo...
Dal Rifugio Barricata, si prende la strada forestale che scende verso Selva di Grigno. Alla terza deviazione dopo malga Campo Capra, si scende a sinistra per Riparo Dalmeri. Riparo Dalmeri è il più affascinante accampamento di cacciatori preistorici della fine dei tempi glaciali...
Simbolo della crudeltà della guerra sull’Altopiano, il Monte Ortigara, noto anche come “Calvario degli Alpini”, porta ancora oggi i segni di quella tragica battaglia...
Si imbocca il sentiero n. 340 che si abbandona alla Busona di Val Mattio (2160 m.) per procedere lungo il sentiero n. 460 fino al Passo Scalet (2212 m).
Dal Rifugio si sale in Val Orsera seguendo il sentiero SAT 373/Bis (EE). Giunti alla forcella Orsera (2.305 mt./Un'ora e trenta circa) si incrocia il sentiero 373. Lo si percorre in direzione nord fino ad oltrepassare un ponte di legno. Poco oltre, una traccia di sentiero su pendio erboso, in trenta minuti porta alla cima occupata da fortificazioni di guerra ed eccezionale punto panoramico. Rientro per la via di salita, oppure ritornando sul sentiero 373 per proseguire per Forcella delle Buse Todesche, Val dell’Inferno fino al rifugio. Escursione per tutti di normale impegno realizzabile in mezza giornata.
Stupendo e gratificante giro ad anello. Dal Rifugio Caldenave si sale a Forcella Ravetta per il sentiero 332 che percorre la stupenda valle omonima. Da qui, in quota, lungo il sentiero 332B e 328 si raggiunge Cimon Rava (con piccola deviazione per ammirare lo stupendo panorama sulla Val di Rava ed i suoi caratteristici laghi) e quindi Forcella Quarazza. Per facile sentiero si prosegue per Forcella Segura per poi scendere nella sottostante forcella Orsera (sentiero attrezzato con cordino d’ acciaio). Si continua sul sentiero 373 passando sotto Cima Orsera e Cima delle Buse Todesche fino alla Forcella delle Buse Todesche. Da qui lungo il panoramico sentiero 360 si scende fino ai laghi della Val dell’Inferno passando per il Baito dei Lastei fino al Rifugio Caldenave. Escursione che richiede un certo allenamento. Intera giornata.
Questo itinerario rappresenta la prima tappa del sentiero Garda Brenta se preso al contrario ( partendo da Riva ) ed è anche un segmento del sentiero della Pace.
Una volta partiti dal Rifugio si raggiunge malga Pian della Cenere. Dal Pian della Cenere si segue la strada forestale che tocca la malga Trattesoli, si raggiunge il piano sommitale di Corlach e si piega a sud a raggiungere i piani di Lavacchio con l'omonima malga sita a 1380 mt. Con percorso pianeggiante su bella strada campestre tra grandi faggi, si arriva al Passo Cerbiolo, altezza 1370 mt. L'itinerario non scavalca il Passo Cerbiolo, ma piega in direzione ovest-nord-ovest e, passando in piano sopra la malga Fassole, attraversa nel bosco tutto il fianco nord della punta delle Redutte fino ad arrivare a malga Acquenere. Si scendono i prati e, con lunga traversata sul bosco ceduo, si esce località Val Domenegal II infine si ritorna al punto di partenza, presso il Rifugio Monte Baldo.
Una volta partiti dal Rifugio si raggiunge malga Pian della Cenere. Dal Pian della Cenere si segue la strada forestale che tocca la malga Trattesoli, si raggiunge il piano sommitale di Corlach e si piega a sud a raggiungere i piani di Lavacchio con l'omonima malga sita a 1380 mt. Con percorso pianeggiante su bella strada campestre tra grandi faggi, si arriva al Passo Cerbiolo, altezza 1370 mt. L'itinerario non scavalca il Passo Cerbiolo, ma piega in direzione ovest-nord-ovest e, passando in piano sopra la malga Fassole, attraversa nel bosco tutto il fianco nord della punta delle Redutte fino ad arrivare a malga Acquenere che si trova all'altezza di 1382 mt. Con percorso pianeggiante o leggermente ondulato si attraversano i boschi e le radure prative delle malghe Artiloncino, Artilone e Trembarì si tocca quindi la carreggiabile Graziani poco oltre la Malga Dossioli, altezza 1382 mt. Percorrendo i prati di malga Dossioli si arriva in località Pareane 1212 mt, seguendo il sentiero nel bosco che costeggia la strada comunale che porta a Madonna della Neve ci si ritrova su un piano dove dal quale si ritorna al Rifugio Monte Baldo.
Si salgono i prati e, con lunga traversata sul bosco ceduo, si esce alla base della radura prativa di malga Acquenere dove ci si immette sulla mulattiera proveniente da malga Dossioli. La si segue verso sinistra (sud) per pochi minuti, poi la si abbandona e si sale ripidamente su tracce di sentiero a guardare la carrozzabile Gen. Graziani. Si infila il sentiero che sale diagonalmente i pascoli . Si procede fra i mughi verso il sasso del diavolo (1850 m) grande sasso isolato sotto la punta Pettorina. Di qui, per detriti e salti di roccia rivestiti di ciuffi d'erba, si raggiunge la mulattiera poco sotto il crinale e, in pochi minuti, si guadagna la cresta e il vicino rifugio Telegrafo (2200 m).
Dalla Valle dei Molini, dove si lascia la macchina in prossimità del torrente Aviana e della provinciale 208, si prende il sentiero n. 652. Dopo circa 1 ora di cammino si trova il bivio per la via ferrata “G. Sega”. Lasciando sulla sinistra la cascata Preafessa, si prosegue per la mulattiera finché non si arriva al ponte della Balanzà. Tenendo la destra e continuando per il sentiero n. 652, si prosegue salendo l'ultimo prato prima di arrivare al Rifugio Monte Baldo.
Una volta partiti dal Rifugio si imbocca il sentiero - ex mulattiera che porta ad Avio 652, dopo circa un'ora di cammino si trova l'indicazione per il sentiero attrezzato "Gerardo Sega" 685. Dai pressi della cascata Preafessa, a circa 700 m della mulattiera che da Avio sale a Madonna della neve lungo la Val Aviana, si diparte a destra un sentiero che, in piano nel bosco, si porta alla base delle rocce. Con una serie di svolte, sfruttando le cenge naturali e gli infissi artificiali, si supera l'erto fianco roccioso e si esce nella carreggia che, a sinistra, conduce alla chiesetta della Madonna della Neve dove dalla quale si ritorna al Rifugio Monte Baldo.
Si salgono i prati e, con lunga traversata sul bosco ceduo, si esce alla base della radura prativa di malga Acquenere dove ci si immette sulla mulattiera proveniente da malga Dossioli. La si segue verso sinistra (sud) per pochi minuti, poi la si abbandona e si sale ripidamente su tracce di sentiero a guardare la carrozzabile Gen. Graziani. Si infila il sentiero che sale diagonalmente i pascoli . Si procede fra i mughi verso il sasso del diavolo (1850 m) grande sasso isolato sotto la punta Pettorina. Di qui, per detriti e salti di roccia rivestiti di ciuffi d'erba, si raggiunge la mulattiera poco sotto il crinale e, in pochi minuti, si guadagna la cresta e il vicino rifugio Telegrafo (2200 m).
Dopo circa 20' di sentiero n.658 si trova una bella forcella e poco dopo sulla destra la prima targa metallica della ferrata ma per raggiungere l'attacco bisogna scendere per circa 100mt un ripido e franoso canalone che fortunatamente non si ripercorre al ritorno e rappresenta forse la parte più sgradevole dell'intera escursione
L'attacco è molto suggestivo in quanto costituito da un lungo camino molto ben attrezzato con fune e appoggi artificiali, al termine di tale camino ci si sposta sulla destra in obliquo su facili roccette attrezzate. Si trova una fessura con sviluppo molto lineare per poi deviare bruscamente a sinistra circa a metà .Usciti da questo lungo passaggio di circa 40mt ci si presenta un balconcino di sosta e subito inizia il terzo ed ultimo tratto verticale con un passaggio intermedio difficile comunque superabile oltre che con le solite attrezzature artificiali anche studiando bene i vari appoggi naturali presenti.
» Gruppo Piccole Dolomiti - Pasubio - Monte Finonchio - Altipiani di Folgaria Lavarone e Luserna
Una piacevole passeggiata alla scoperta dei racconti e delle leggende cimbre grazie a opere di artisti locali e pannelli illustrativi lungo il percorso. Lungo il viaggio si incontrano le sculture in legno e le relative favole di: Tùsele Marùsele, il Bolf (il lupo), il Basilisco (il drago), Peer (l'orso) ,il Sambinèlo.
Partendo da Piazza C.Battisti si prosegue lungo via Cima Nora si continua sulla strada principale fino al rifugio Malga Campo e poi si prosegue fino alla zona fortificata spuntando ad est presso l'avanposto Viaz (quota mt 1507) e più avanti all'avanposto Oberwiesen (quota mt 1517) ad ovest salendo poi a quota 1549 al Forte Lusérn sull'altura di Cima Campo.