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L'ospitalità nei Rifugi del Trentino

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La caratteristica principale dell’ospitalità in rifugio è basata sul tipo di accoglienza. A darvi il benvenuto nella sua casa di montagna, è il gestore che può essere un uomo oppure una donna, spesso una famiglia che ha un legame, una storia, legata per passione e per scelta alla vita in quota.

Quella proposta dai Rifugi del Trentino è un’ospitalità schietta, diretta, immediata, dal sapore assolutamente unico e senza fronzoli. Si arriva camminando, con lo zaino sulle spalle, le corde, la voglia di vivere un’esperienza unica completamente diversa da quelle di altre tipologie di turismo. Si arriva come ospiti e si riparte come amici, perché i rifugi sono ambienti dove si respira sempre quel tipo di accoglienza offerta a chi sceglie le montagne, i luoghi impervi, le pareti da scalare.

Il rifugio è un luogo tendenzialmente più difficile da raggiungere rispetto ad un albergo in valle o ad un B&B , è una struttura ricettiva per sua natura scollegata da centri abitati ed il fatto che per varcare la sua porta questo comporti nella maggior parte dei casi una tratta più o meno lunga da percorrere a piedi, lo spirito di accoglienza è molto simile a quello che si riserva storicamente al viandante dei grandi cammini del mondo, per darti riparo e ristoro, all’ amico di vecchia data che ti apre la porta di casa sua, contento di vederti.
Rifugio è ospitalità h24, soprattutto in caso di necessità e con qualsiasi condizione meteo deve essere in grado di darti una sistemazione e rifocillare chi si trovi a piedi lungo un sentiero, Alta Vie o parete. L’esperienza più completa ed emozionante è quella di vivere il rifugio dormendoci, quindi fruendo di un tempo lungo che contempli l’alba ed il tramonto ma soprattutto la notte. I rifugi stanno prevalentemente immersi in luoghi unici della montagna, ambienti straordinari per valore naturalistico e dell’ecosistema. Un’immersione, un contatto unico nel suo genere. Le notti di luna piena, i cieli stellati, i giochi di luci ed ombre, le rocce, le nuvole, il volo di un’aquila fanno di noi strutture come amiamo dire: “Ad infinite stelle”.

I rifugi vengono gestiti scandendo orari, abitudini e servizi ai quali bisogna adeguarsi. Ci si sveglia presto e quindi alle 22.00 d’abitudine le luci si spengono. I servizi sono spesso spartani, gli spazi minimali, si usa condividere il tavolo, la camerata se non ci sono stanze di nuova realizzazione. Si tolgono gli scarponi e si usano le ciabatte all’interno.
Il ruolo dei gestori dei rifugi, più spesso guide alpine è anche quello di guidare, educare gli ospiti ad una forma di ospitalità che dai primordi della sua storia necessita di regole. Poi dispensano consigli sugli itinerari, il meteo, le necessità con una sapienza che nasce in loro dall’essere esperti delle montagne, custodi di quei luoghi che conoscono in ogni minimo dettaglio.
I rifugisti sono i primi conoscitori delle loro montagne, le vivono giornalmente spesso da quando sono bambini, sanno raccontarle, spiegarle, ascoltare. E’ un legame profondo il loro, che spesso permette di evitare imprevisti o rischi. Sono fondamentali per conoscere ed informarsi. Per studiare l’itinerario migliore o vivere un luogo con l’approccio giusto. Sono le sentinelle del luogo e dell’ambiente che circonda i rifugi, ognuno di loro lo è.

Rifugi nel cuore del Trentino
e delle Dolomiti Patrimonio Unesco

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